Cari Landini, Furlan e Barbagallo,
leggo su Il Sole 24 ore del 26 aprile che convocherete gli Stati Generali di CGIL, CISL e UIL a Matera per discutere del rapporto fra Europa, lavoro e cultura. Una bella notizia. A condizione che non abbiate voluto semplicemente rendere “onore” a Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Non che questo non sia meritevole, anzi. Matera e i materani hanno fatto un grande lavoro (non tutti allo stesso modo!). Allora vi domando perché questa iniziativa, quali sono gli obiettivi, quali le proposte? Vi siete confrontati, e con chi, per raccogliere indicazioni, suggerimenti? Avete sentito solo le organizzazioni di categoria, quelle dei lavoratori dello spettacolo, del cinema, del ministero dei beni culturali, della pubblica istruzione e dell’università o avete allargato il cerchio? Senza pubblicare dati (facilmente reperibili in rete), evidenzio che, da alcuni anni, molti ricercatori, studiosi, in Italia e in Europa, hanno ridefinito gli ambiti del settore culturale, producendo rapporti, analisi, ricerche, offrendo un quadro di conoscenze anche sulla dimensione economica ed occupazionale. Il cerchio è quindi più largo delle categorie sindacali. Ci sono leggi, programmi comunitari che incoraggiano lo sviluppo delle imprese culturali e creative. Sono nati partenariati europei nell’ambito di Programmi come Europa Creativa o Horizon 2020. L’innovazione tecnologica ha fatto passi avanti anche nei settori culturali, grazie agli investimenti di alcune imprese ma soprattutto per iniziativa di tanti giovani che, negli incubatori privati e delle Università, hanno promosso startup di successo e attirato l’attenzione di investitori. In Italia c’è un tessuto di associazioni, cooperative, imprese sociali che produce cultura, organizza eventi di valore nazionale e, qualche volta, internazionale, gestisce spazi culturali sottratti all’incuria e all’abbandono, organizza servizi al pubblico dei musei, coniuga le attività culturali con l’inclusione sociale o con la lotta alla criminalità organizzata, sperimenta quotidianamente la fatica di sottrarre bambini e ragazzi alla dispersione scolastica cercando di riempire i vuoti della povertà educativa determinata dalle condizioni sociali ed economiche di migliaia di famiglie, soprattutto nel Mezzogiorno. Ci sono Fondazioni bancarie, private che, proprio in ambito culturale, sostengono le comunità, le organizzazioni del terzo settore, sperimentando processi innovativi, senza rinunciare al sostegno necessario per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale. E l’elenco potrebbe essere lungo. Ci sono anche criticità da segnalare (precarietà, sottosalario, discriminazione di genere…), ma non voglio sottrarvi tempo. E allora mi domando se avete sentito qualcuno di questi mondi, se avete avuto la pazienza di ascoltarli, se vi siete resi disponibili a costruire con loro una “piattaforma di proposte”. Se, utilizzando la saggezza del sindacato, avete individuato gli obiettivi a breve e quelli a medio e lungo termine. Quali criteri vi siete dati per selezionare gli obiettivi? Avete individuato soluzioni possibili, o vi limiterete, come si fa di solito, a rivendicare più risorse pubbliche destinate alla cultura? Quali proposte farete per affrontare la domanda di lavoro di tanti giovani che hanno conseguito una laurea, un master, per esercitare una professione nella cultura, mossi da una passione, prima ancora che da una legittima esigenza lavorativa? Quali opportunità intravedete per chi ha progetti e vuole realizzarli attraverso l’autoimprenditorialità? Il “diritto alla cultura” di ogni cittadino, di ogni lavoratore è sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani agli articoli 26 e 27. Dovrebbe essere questo l’orizzonte entro cui costruire politiche culturali europee. Un obiettivo possibile per l’organizzazione europea dei sindacati?
Cari Landini, Furlan e Barbagallo, non so se per gli Stati Generali è tutto già definito. Ma se posso, consentitemi un modesto consiglio. A Matera chiamate questi o altri mondi che ho indicato, confrontatevi con loro e trasformate questo appuntamento in una tappa di avvicinamento verso gli Stati Generali su “Europa, lavoro e cultura”. Non fatene una meta. Come sapete, non basta “timbrare il cartellino” per essere della partita.
Con affetto
Ledo Prato Segretario generale Mecenate 90